Repressione in Abruzzo

La mattina di giovedì 16 Ottobre le abitazioni di sei compagne/i e dei loro familiari sono state perquisite dagli sgherri della questura di Teramo, conniventi con le questure delle città di provenienza delle compagne e dei compagni coinvolti.
Una delle perquisizioni si è svolta tra l’altro in assenza del compagno indagato, il metodo utilizzato per entrare è stato quello di nominare un’avvocata fantoccio che presiedesse la perquisizione. I reati propinati a tutte e tutti sono questa volta il 414, istigazione a delinquere con l’aggravante dell’81c.p. Le compagne e i compagni sono accusate/i di istigazione e promozione alla promulga di atti rivoltosi.
Durante la perquisizione sono stati sequestrati i pc, stampanti, il solito materiale cartaceo anarchico, documenti manoscritti, volantini, telefonini e lettere personali.
Gli sbirri hanno inoltre sequestrato libri e cartaceo d’annata scaricato da internet.
L’accusa è collegata a scritti distribuiti nella provincia che rivendicano la necessità della lotta e l’infamia degli apparati statali che tessono le tele della repressione pur di ingabbiare ogni anelito di rivolta e che si riferiscono nello specifico ai fatti relativi all’
occupazione di uno stabile dell’enel che il 25 agosto di quest’anno ha portato all’arresto di quattro delle/i sei indagate/i di oggi.
Affinché le istigazioni che ci tirano contro si espandano e si trasformino in azioni di rivolta.
Perché l’azione si riappropri della concretezza.
A presto.

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