Segue il testo di un volantino sulla sicurezza statale e la repressione distribuito dagli anarchici abruzzesi
LA SICUREZZA DI CHI
Il governo italiano ha approvato nuove norme propinate alla popolazione in nome della sicurezza. Queste leggi non sono altro che la continuazione della deriva totalitaria che lo Stato sta assumendo, nelle sue vesti classiche: l’autoritarismo ed il controllo. Tutto ciò si tramuta in una maggiore sicurezza, ma la sicurezza di chi? Tramite campagne mediatiche, false e soprattutto diffamatorie, ci hanno fatto credere che il nemico è lo straniero, il diverso, l’immigrato. Hanno incitato all’odio e poi si sono mascherati di viscida ipocrisia davanti ai linciaggi contro gli stranieri (come mai i linciaggi non avvengono pure contro gli assassini italiani o contro gli schifosi stupratori italiani?). A termine di questo mirato progetto il potere interviene con il suo mezzo più evidente : la legge. Lo Stato con ciò guadagna consensi, perché, combattendo un mostro che non c’è, che lo Stato stesso ha creato, ognuno crede di sentirsi alleggerito dalle proprie paure. Ma le paure che le nostre vite, sempre più precarie e sempre più in balia dei capricci di pochi potenti e della loro economia, provocano, niente hanno a che vedere con chi vive le nostre stesse situazioni. Le nostre paure sono da ricercare nelle cause che le generano e non nei finti nemici che lo Stato ci vuol far credere. Le nostre paure sono da ricercare nei veri nemici che le generano, in coloro i quali vogliono distrarre la nostra attenzione e farci credere che il nemico sia lo straniero. Quindi, la sicurezza di chi? La sicurezza è la loro, dei potenti che possiedono il privilegio di gestire la vita altrui, che muovono i flussi umani così come muovono i flussi di merci. È la sicurezza dei loro disegni di potere, è la sicurezza del loro controllo del mercato. È la sicurezza che chi ha questi privilegi, li continui ad avere. Infatti queste leggi colpiscono semplicemente i poveri, gli immigrati, i senza casa e chiunque si oppone all’ingiustizia e alla discriminazione. Con queste nuove leggi, i medici saranno obbligati a denunciare chi è senza documenti. Niente cure e medicinali. Vi sarà una tassa speciale da 80 a 200 euro per gli immigrati, nonché un permesso di soggiorno a punti: il permesso avrà dei crediti e, quando saranno terminati, si verrà espulsi. Le modalità saranno determinate dal governo, la Lega aveva proposto da subito una concessione di 10 punti iniziali con decurtazione in caso di violazione delle leggi, di non conoscenza della lingua e per non aver raggiunto un buon livello di integrazione sociale. Per gli stranieri che, con la schiavitù di un lavoro, hanno conquistato le carte per stare in Italia, la disoccupazione vorrà dire, oltre che niente lavoro, niente documenti. E senza documenti si piomba nel limbo dell’illegalità, perché uno straniero senza documenti è un delinquente, anzi peggio; perché se un immigrato commette un reato gli verrà data una pena più alta. I lager per immigrati, prima CPT (centri di permanenza temporanea), adesso CIE (centro di identificazione ed espulsione), saranno pieni di persone recluse per più tempo, per 6 mesi (ma come lo sapremo in realtà quando una persona rimane lì dentro?), per il semplice motivo di non avere documenti. E poi saranno deportati nel paese dal quale sono scappati, non prima di aver ricevuto una multa da 5000 a 10000 euro. Ai poveri, ai senza casa, a chi occupa verrà negata l’iscrizione all’anagrafe se il posto dove vivono non ha idoneità abitativa. Al ministero dell’Interno costituiranno un registro per schedare tutti i senza casa. Quando l’inverno ne inghiottirà uno, cancelleranno il nome dall’elenco. Saranno inasprite le pene per chi cercherà di esprimere la propria libertà con una bomboletta spray, in un contesto totalitario in cui giornali, televisioni e radio quotidianamente ci propinano i loro messaggi propagandistici. Saranno legalizzate le ronde. Se qualcuno penserà di dire la propria su un giudice, un poliziotto, un vigile, un parlamentare, un ministro la pena sarà sino a tre anni di galera per chi ha la lingua troppo tagliente. Verranno inasprite le pene per chi occupa edifici o il suolo pubblico. Per chi si prende uno stabile abbandonato perché non può permettersi di pagare, chi mette un banchetto per vendere qualcosa sarà considerato un criminale. E le nostre vite sono minate da tutto ciò? È ciò che provoca la nostra insicurezza? Certo che no. È chiaro come queste leggi sono tese a colpire determinate fasce di popolazione. Fasce che ovviamente hanno minor forza di reagire e minor visibilità, anche se nella palude sembra che qualcosa si stia muovendo. In questi mesi da Castelvolturno a Milano, da Lampedusa a Massa a Torino immigrati e rifugiati sono scesi in strada per esprimere la propria rabbia. A tutti noi ci hanno fatto credere che il problema erano loro. Loro con cui abbiamo condiviso i turni di schiavitù in fabbrica o in qualche lavoro nero. Qualcuno spaccia e ruba come fanno molti dalle nostre parti. Qualcuno è un pezzo di merda come ce ne sono molti dalle nostre parti. Molti si sono spaccati la schiena per i lavori che qua nessuno voleva più fare. Ma tutto ciò ha mai minato le nostre sicurezze? No, no ed ancora no. Ha minato solamente le sicurezze di chi gestisce le vite di tutti noi. Le sicurezze di chi gestisce il mercato di uomini. Per loro il concetto è : entra solo chi è necessario alla produzione. Le nostre vere insicurezze sono i loro concetti, le loro necessità, le loro produzioni. Sono loro che rendono le nostre vite insicure, precarie e vuote di significato. È il concetto del potere non considerare le altre vite, se non finalizzate alla produzione. È necessità del potere creare un nemico esterno che distoglie la gente da ciò che la tiene al guinzaglio. È questa situazione che il potere ci impone a creare le nostre insicurezze. È solo riuscendo a trovare in tutte quelle persone, che ci volevano far credere essere nostri nemici, la complicità, che il potere si può abbattere, che le vere insicurezze si possono affrontare.
GLI ANARCHICI (tratto da "f (R) eccia numero 2 – contatti: laraje@libero.it)