Nuove dal carcere di Sulmona

Carcere, autolesionismo e aggressione agli agenti da parte di un detenuto

SULMONA (agg. ore 12.40) – A 24 ore di distanza dall’aggressione ad un agente, tornano ad accendersi i riflettori sul carcere di Sulmona.

Ieri pomeriggio, infatti, attorno alle 18.30 un detenuto, recluso nel braccio di media sicurezza, si è ferito dietro un orecchio con la lama di un rasoio, quelli in plastica dati ai detenuti per radersi.

L’uomo, un marocchino di 22 anni, che doveva terminare la sua pena ad agosto di quest’anno, è stato prontamente soccorso dagli uomini della Polizia penitenziaria in servizio a quell’ora.

In tre sono arrivati in aiuto del detenuto, autore di un gesto autolesionista probabilmente per attirare l’attenzione. Mentre però lo portavano in infermeria, l’uomo, che aveva nascosto una lametta in bocca, si è scagliato contro gli agenti. Fortunatamente i poliziotti sono riusciti a bloccarlo, rimediando però qualche ferita e contusione, che il più grave di loro dovrà smaltire in otto giorni di prognosi.

Sono stati subito tutti condotti in ospedale, anche il detenuto, che è stato curato con qualche punto di sutura e riportato in cella.

Dove attende ora le  disposizioni della Procura, essendo stato denunciato per lesioni e aggressione ad alcuni agenti.

Soltanto sabato, dopo l’ennesima aggressione ad alcuni agenti in servizio da parte di un detenuto, i sindacati erano tornanti a denunciare la complessità del super carcere sulmonese e la pericolosità del lavoro della Polizia penitenziaria, costretta a stare a contatto con detenuti, in diversi casi, con gravi problemi psichici.

La casa di reclusione di Sulmona ospita più di 400 detenuti, molti dei quali in regime di massima sicurezza perché pentiti o legati a  reati di mafia. La gran parte di loro arriva da Campania e Sicilia.

Gli agenti sono invece 280, troppo pochi secondo i sindacati, per far fronte ai tanti reclusi. Federica Pantano



Carecere di Sulmona, si dimette il personale sanitario

SULMONA – Sono un medico e un infermiere, i membri del personale sanitario che all’amministrazione del carcere di Sulmona hanno consegnato le loro dimissioni. La scelta: quella di prestare servizio altrove, dato che da ottobre il personale addetto a tale servizio non riceve lo stipendio. Inoltre, il sovraffolamento generale della struttura carceraria, composta da troppi detenuti affetti da problemi di natura psichica (120 questi, su 450), non contribuirebbe a fornire agli addetti sanitari le condizioni ideali per operare al meglio. Stando al parere del personale medico in servizio a via Lamaccio, i ritardi sugli stipendi avrebbero coinciso con il trasferimento delle competenze agli uffici della Asl Avezzano-Sulmona.

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