“Contro il carcere e la società liberi tutti”

Fonte: Rete5.tv (clicca sul volantino per leggere l’articolo completo)

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Sulmona – Scritte contro direttore e medico del carcere

Fonte: Il Tempo 

Le indagini partono dalla recente serie di episodi di tentato suicidio da parte di detenuti

Scritte minatorie contro medico e direttore del supercarcere

SULMONA Sono arrivati nella notte, hanno imbrattato i muri con una bomboletta a spray nera e sono andati via. Parliamo con molta probabilità di un gruppo di anarchici che hanno voluto lasciare un messaggio sui muri della città per il direttore del carcere di Sulmona, Sergio Romice e il responsabile sanitario Fabio Federico, forse a seguito dei recenti fatti di cronoca accaduti nel penitenziario di via Lamaccio.

Due le scritte "Federico e Romice boia di via Lamaccio" e "Fuoco al carcere e ai suoi carcerieri" siglati dalla "A tracciata nel cerchio" simbolo usato da cospiratori anarchici che usano un solo motto: «Nè Dio, nè Stato, né Servi, né Padroni». Immediatamente nelle prime ore della mattina di ieri sono scattate le segnalazioni al Commissariato di Polizia di Sulmona e i messaggi sparpagliati su alcuni muri principali della città sono stati immediatamente ricoperti dalla vernice bianca. Presi di mira il Palazzo della Provincia in via Mazara, il muro di fronte alla scuola della Dottrina Cristiana in via Papa Giovanni XXIII, la posta centrale in piazza Majella, la stazione di rifornimento della Total in via Circonvallazione Occidentale e lo Stadio Pallozzi. Sulla vicenda sta indagando la Digos che al momento non esclude nessuna ipotesi anche se sembra ci si muova in due direzioni: gruppo anarchico per la vicenda del detenuto che con un fornellino da campeggio ha ustionato degli agenti, viste le scritte che si riferiscono al fuoco e, su una bravata, anche se quest’ultima sembra essere la meno considerata. Ma ad individuare i colpevoli da qui a qualche ora saranno le telecamere posizionate nei vari punti della città che a detta degli inquirenti avrebbero ripreso i responsabili. Si sta lavorando, comunque, per riuscire ad agguantare chi la notte scorsa ha voluto lasciare messaggi «poco cordiali» verso Romice e Federico. L’accaduto è stato stigmatizzato dal responsabile sanitario del carcere e sindaco della città, che ha imputato il fatto ad una bravata dopo la questione "sicurezza in città" e il vertice di mercoledì.

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fonte: Rete5 quotidiano online di Sulmona

SULMONA – I guai non vengono mai da soli direbbe qualcuno. Infatti dopo gli episodi apparsi sulla stampa in queste ultime settimane legate al carcere di Sulmona e le polemiche sollevate dalla questione sicurezza, sono apparse sui muri della città scritte contro il direttore del carcere di Sulmona, Sergio Romice, e contro il sindaco della città, Fabio Federico. Due le scritte individuate: “Federico e Romice boia di via Lamaccio” e Fuoco al carcere e ai carcerieri”. Ad essere prese di mira il Palazzo della Provincia in via Mazara, il muro di fronte alla scuola della Dottrina Cristiana in via Papa Giovanni XXIII, la posta centrale in piazza Majella, la stazione di rifornimento della Total in via Circonvallazione Occidentale e lo Stadio Pallozzi in via Roosevelt. Probabilmente si tratta di un gruppo non ancora individuato di anarchici in quanto la sigla apposta sulle scritte fa riferimento a quel movimento. Subito sono intervenute le forze dell’ordine per le consuete indagini e immediatamente le scritte sono state ricoperte. Due i filoni di indagini: uno legato all’episodio del detenuto che con il fornellino ha aggredito degli agenti, l’altro legato ad una bravata episodica. Secondo gli inquirenti coloro i quali si sono resi colpevoli di questa bravata avrebbero vita breve grazie alle telecamere presenti della città. Sicuramente è un campanello di allarme sul quale gli amministratori della città dovranno riflettere.

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fonte: il messaggero

SCRITTE CONTRO FEDERICO E ROMICE SUI MURI DEI PRINCIPALI EDIFICI

SULMONA – Le hanno ricoperte di vernice bianca prima che Sulmona si “svegliasse” definitivamente. Ma quelle scritte vergate sui muri di buona parte della città fatta con vernice nera spray e che portano la firma di una “a” tracciata nel cerchio, simbolo formalmente usato per firmare azioni di ispirazione anarchica, erano state lette già da tanti.

“Fuoco al carcere e ai carcerieri”,”Federico e Romice boia”, tanto per citarne qualcuna. Sul muro dello stadio, delle poste centrali, sulle pareti di edifici nei pressi di un distributore di benzina sulla Circonvallazione Occidentale, su quelli della provincia e in via Papa Giovanni XXIII, i vandali hanno preso di mira il sindaco Fabio Federico focalizzando l’attenzione, forse, più sul ruolo di direttore sanitario all’interno del supercarcere che non l’essere l’inquilino di palazzo San Francesco visto che accanto al nome di Federico appare quello del direttore dell’istituto di reclusione Sergio Romice.

Il fatto è stato subito stigmatizzato dal primo cittadino che parla di “incosciente voglia di protagonismo” di alcune frange di ragazzi ignari di cose, fatti e persone. Indaga la Digos. Si spera che le telecamere abbiano ripreso i responsabili di quelle che Federico bolla come “una bravata davvero stupida”.

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Montorio – In seguito allo sgombero

Montorio – In seguito allo sgombero

lunedì
25 agosto c’è stata la convalida dell’arresto per le 2 compagne e i 2
compagni arrestate/i dopo lo sgombero dell’ ex casa dell’enel a
montorio al vomano. Attualmente un compagno si trova agli arresti
domiciliari, mentre le/gli altre/i compagne/i sono sottoposti a obbligo
di dimora nei rispettivi comuni di residenza.
La stampa, asservita alla velina sbirresca, dichiarava che lo
striscione esposto durante la permanenza sul tetto riportasse la
scritta "restituiamola al popolo".
In realtà sullo striscione c’era scritto "riappropriazione e rivolta".

libertà per gianluigi, serena, silvia e dimitri

per contatti laraje@libero.it


Teramo
lunedi 25 si è tenuta l’ udienza di convalida per i2 compagni e le 2
compagne arrestati nei giorni scorsi, la richiesta del pm era di
confermare gli arresti per un compagno e di dare l’ obbligo di dimora
con rientro a casa dalle 22 alle 7 per gli altri tre.
IL giudice ha disposto i domiciliari per un compango e l’ obbligo di dimora senza orario per gli altri 3.
La prima udienza del processo è fissata per il 3 novembre.

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DETENUTO FA LO SCIOPERO DELLA FAME E MUORE

DETENUTO FA LO SCIOPERO DELLA FAME E MUORE
Un irache no 40 anni era stato trasferito dal carcere di Vasto all’Aquila

L’Aquila . Si lascia morire facendo lo sciopero della fame, perchè ritiene la sua condanna a un anno e tre mesi, emessa dal tribunale di Milano per tentata rapina, "un’ingiustizia". Il pesante "testamento" lo lascia il detenuto iracheno di 4o anni Ali Jubury, dal carcere Le Costarelle de L’Aquila, dove era stato trasferito il 20 maggioscorso dalla casa circondariale Torre Sinello di Vasto e dove, appunto, aveva cominciato lo sciopero della fame. Ali Jubury è morto domenica mattina, nel reparto di psichiatria dell’ospedale San Salvatore de L’Aquila, dove era ricoverato dal 28 maggio scorso. "Lo avevano trasferito nel nostro istituto di pena", dice il direttore del carcerre Le Costarelle, Tullio Scarsella, "perchè lo scipero della fame aveva ridotto il povero Ali in uno stato di debilitazione abbastanza grave. Da noi c’è un’ottima assistenza medica e , infatti, lo abbiamo sottoposto a cure intensive da subito. Ma dopo una settimana siamo stati costretti a richiedere il TSO (trattamento sanitario obbligatorio), perchè nonostante i colloqui con i nostri psicologi, nonostante gli parlassi anch’io molto spesso, lui prima si convinceva, poi rifiutava il cibo e aveva cominciato  anche a staccarsi la flebo. A quel punto sono stato costretto a rivolgermi alla ASL".
"Devo sottolineare che siamo stati in contatto giornaliero con l’ospedale aquilano e gli operatori sanitari, e dobbiamo essere orgogliosi per le forze e il tempo speso per una persona che può essere definita, con tutto il rispetto, "un povero Cristo". Ali aveva soltanto la madre, in Iraq, ed è irrintracciabile telefonicamente", conclude il direttore Scarsella, " come ci ha detto l’ambasciata irachena a Roma, e quindi non sappiamo neppure dove seppellirlo".
"In ospedale ha ricevuto tutte le cure possibili, ma era molto debilitato, era anoressico e continuava a rifiutare il cibo. Una persona si può alimentare con le flebo, sondini gastrici, come è stato fatto, ma, soprattutto su un paziente già provato e con il fisico così debilitato, non è la stessa cosa come ingerire cibo per bocca", sostiene il direttore generale della ASL de L’Aquila Roberto marezetti. "Lo abbiamo ricoverato in psichiatria, poi in rianimazione e ci sono stati dei sensibili miglioramenti; poi in pneumologia, in lungofdegenza post-acuzie. Sembrava si stesse riprendendo, invece, come mi hanno riferito i medici, nella notte tra sabato e domenica ha avuto una crisi, e il povero Ali non ce l’ha fatta. Era diventato il beniamino dell’ospedale e tutti facevano il "tifo" per lui. Avevamo chiesto anche al giudice il permesso di farlo assistere 24 ore su 24 dai volontari; hanno risposto in 18 e il giudice ha dato l’assenso. Ali Jubury avrebbe finito di scontare la pena tra sei mesi.

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Sgomberato il LABORATORIO ANARCHICO “IL MULINO”

Su ordinanza del comune di montorio al vomano, il laboratorio anarchico "il Mulino" viene chiuso tramite uno sfratto esecutivo, in cui viene imposta "l’immediata chiusura dell’intero locale dichiarato inagibile, assicurando il divieto di accesso all’immobile". L’ordinanza scaturisce dalle note inviate al comune stesso, dalla questura di teramo e dal rapporto dei vigili del fuoco di teramo, in cui viene specificato, da perquise effettuate dagli sbirri, la non idoneità e l’inagibilità dell’immobile. Tutta la manovra è stata dettagliatamente studiata dai tutori dell’ordine per mantenere la violenza del decoro e cio è avvenuta col decoro della violenza: la "normalità" della legge.

Il laboratorio anarchico "il Mulino" chiude, ma riaprirà a breve in nuove situazioni con la spinta del percorso che aveva intrapreso, e l’entusiasmo di tutti quegli individui che è riuscito a coinvolgere, e si sono coinvolti.

Credono di spezzare la volontà di libertà e di rivolta togliendoci gli spazi.Si sbagliano di grosso. A presto…

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Concerto benefit per il Mulino – SPOSTATO!!

concerto spostato

A causa dell’infamità sbirresca il concerto benefit per ilMulino nn si terrà più nello stabilimento Oasi, ma viene spostato in spiaggia.

Suoneranno:

Snow MC
Cantinasociale
Cromotek
Mc Yellow
Abele the Underdog
Blan1
JosaGun

A seguire DNB, Tekno e trash!!

Punto d’incontro stazione FS Giulianova (Teramo) ore 19:00 (puntuali cazzo)
Per info 3461393248

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volantino Pannone – clikka sull’immagine per ingrandirla

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Torino – Striscione contro la Croce Rossa e i Cpt


Torino 24 Giugno 2008


Questa sera in piazza Vittorio per i fuochi di S. Giovanni c’erano anche gli antirazzisti.
Ad un mese dalla morte di un immigrato nel “nuovo” CPT di Torino c’è
chi non dimentica che un uomo è stato lasciato agonizzare nella sua
cella, senza che nessuno intervenisse. La Croce Rossa, responsabile
della gestione del CPT, non ha ascoltato le richieste di aiuto dei suoi
compagni, lasciandolo senza cure. Il direttore del CPT, il colonnello e
medico Antonio Baldacci, così come il colonnello Antonino Calvano,
responsabile provinciale della CRI, hanno negato ogni responsabilità
accusando gli immigrati di mentire, mentre la polizia, giorno dopo
giorno, deportava tutti i testimoni della fine di Hassan.

In piazza c’erano banchetti informativi, striscioni e volantini.
Una mezz’ora prima dell’inizio dei fuochi, quando la piazza era ormai
gremita, alcuni antirazzisti si sono arrampicati su scale da nove metri
ed hanno issato uno striscione di 21 metri che ha attraversato tutta la
grande piazza Vittorio. Sullo striscione era scritto a caratteri di
scatola “No CPT – No espulsioni – Croce Rossa Assassina”.
Per circa mezz’ora lo striscione ha campeggiato sulla piazza, mentre le
forze del disordine statale, digos e agenti dell’antisommossa,
intimavano di toglierlo. Di fronte all’ovvio diniego degli
antirazzisti, dopo lunghi conciliaboli, frenetiche consultazioni
telefoniche hanno provveduto di persona alla rimozione dello
striscione. Le ragioni del blitz poliziesco sono state efficacemente
riassunte da un funzionario che ha dichiarato “o lo togliete voi, o lo
togliamo noi. Qui non ci può stare”.
Le parole fanno paura: nessuno deve ricordare che ci sono i “senza
carte”, che una legge razzista li chiude in prigione, una prigione dove
il 24 maggio di quest’anno a Torino, un uomo è stato lasciato morire da
un’organizzazione umanitaria, la Croce Rossa.

Il presidio in piazza Vittorio è stato organizzato nell’ambito dell’Assemblea Antirazzista.
La prossima riunione dell’assemblea è fissata per martedì 1° luglio in via Cecchi 21.
Per contatti:

assembleaantirazzistatorino@autistici.org

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Russia – Giovani anarchici arrestati per volantinaggio

(da Informazione)
Due
studenti anarchici della città di Penza sono stati fermati e trattenuti
il 19 giugno per aver distribuito di volantini. Sui volantini
incriminati si legge “Il governo è la prigione del popolo. Diventa
anarchico, liberati!”. Oslav Kirosheyev e Vitaly Bakhmasterov rischiano
l’espulsione dall’università e il carcere.

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another stinky punk fest – clikka sull’immagine per ingrandirla

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