Nota del blogger:
Non voglio cavalcare l’onda del sensazionalismo mediatico incitato dalla morte di Stefano Cucchi.
Quella di Stefano, e questa, sono storie di merda, ma purtroppo terribilmente attuali e diffuse. E che se ne dica sono storie vecchie, antiche, risapute, ma che la stragrande maggioranza del nostro Paese ha imparato a dimenticare, a negare, a non guardare, lasciandole nel dimenticatoio assieme ad altre mille nefandezze di questo e quel governo, destra e sinistra, che vuoi o non vuoi sono sempre la stessa merda.
"Un detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto…."
TERAMO – "Abbiamo
rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto. Un detenuto non
si massacra in sezione, si massacra sotto…". Parole dal carcere di
Castrogno a Teramo, parole registrate all’interno di uno degli uffici
degli agenti di polizia penitenziaria. Frasi spaventose impresse in un
nastro. Ora questo audio è nelle mani della Procura della Repubblica di
Teramo che ha aperto un’inchiesta sulla vicenda. Sono parole che
raccontano di un "pestaggio" ai danni di un detenuto, quasi come fosse
la "prassi", un episodio che rientra nella "normalità" della gestione
del penitenziario. Un concitato dialogo tra un superiore e un agente
che svelerebbe un gravissimo retroscena all’interno di un carcere già
alle prese con carenze di organico e difficoltà strutturali.
Il
nastro è stato recapitato al giornale locale La Città di Teramo, ed è
scoppiata la bufera. Il plico era accompagnato da una lettera anonima.
In merito alla vicenda la deputata Radicale-Pd Rita Bernardini, membro
della commissione Giustizia, ha presentato un’interrogazione al
ministro Alfano.
La deputata chiede al ministro Alfano se ritenga
di dover accertare "se questi corrispondano al vero e di promuovere
un’indagine nel carcere di Castrogno di Teramo per verificare le
responsabilità non solo del pestaggio di cui si parla nella
registrazione, ma anche se la brutalità dei maltrattamenti e delle
percosse sia prassi usata dalla Polizia Penitenziaria nell’istituto".
Proprio questa mattina la Bernardini ed il segretario Generale della
Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno, faranno visita al carcere.
Intanto la Uil chiede chiarezza e verità anche a tutela della
professionalità e dell’impegno quotidiano della polizia penitenziaria
di Teramo.
"Noi possiamo solo affermare – sottolinea la
segreteria regionale – che la violenza gratuita non appartiene alla
cultura dei poliziotti penitenziari in servizio a Teramo che, invece,
pur tra mille difficoltà hanno più volte operato con senso del dovere,
abnegazione e professionalità. Ciò non toglie che la verità vada
ricercata con determinazione e in tempi brevi. Noi vogliamo contribuire
a questa ricerca impedendo, nel contempo, che si celebrino processi
sommari, intempestivi e impropri".
Anche il notevole sovraffollamento è causa di forti tensioni.
L’istituto potrebbe contenere al massimo 250 detenuti, ne ospita circa
400. Un solo agente per sezione deve sorvegliare, nei turni notturni,
anche più di 100 detenuti; un flusso di traduzioni che determina
l’esaurimento di tutte le risorse disponibili.
ASCOLTA L’AUDIO
Related Link: http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/cronaca/carcer…o-ter
Il comandante delle guardie penitenziarie di Teramo Giuseppe Luzi
ammette che è sua una delle voci al centro dell’inchiesta partita da
una lettera anonima e da una registrazione illegale. E’ sua la voce che
dice: "Non lo sai che ha menato al detenuto in sezione?"
TERAMO. "La voce del cd è mia, ma non mi riferivo a
un pestaggio. Ero mosso dalla rabbia e forse ho usato termini forti. In
realtà c’era stato solo un richiamo degli agenti ai detenuti dopo
un’aggressione da parte di questi ultimi alle guardie". Il comandante
delle guardie penitenziarie di Teramo Giuseppe Luzi ammette, si difende
ma non spiega tutto.
Sono le 15 di oggi quando la parlamentare
radicale Rita Bernardini e il segretario della Uil Penitenziari Eugenio
Sarno escono dall’istituto penitenziario di Castrogno al centro di un
caso nazionale sul presunto pestaggio a detenuti e danno la svolta alla
vicenda.
I due riferiscono il colloquio avuto poco prima con
il comandante. Dicono che lui ha ammesso. E’ sua la voce al centro
dell’inchiesta partita da una lettera anonima e da una registrazione
illegale. La voce che dice: «Non lo sai che ha menato al detenuto in
sezione?». Risposta: «Io non c’ero, non so nulla…». Ma l’altro
incalza: «Ma se lo sanno tutti?… In sezione un detenuto non si
massacra, si massacra sotto… Abbiamo rischiato una rivolta perché il
negro ha visto tutto». Non c’è però alcun riferimento ai nomi di chi
parla.
Il sostituto procuratore, David Mancini, aveva disposto
l’acquisizione del compact disc. Lo stesso pm, ieri, aveva ordinato
anche una perizia fonica sul cd. Ma l’ammissione del comandante Luzi la
rende inutile.
E’ un carcere che scoppia di detenuti quello di
Teramo: oltre quattrocento, a fronte di 180 agenti. E’ un carcere dove
negli ultimi due mesi si sono verificati un suicidio, due tentati
suicidi e quattro aggessioni nei confronti delle guardie. Ed è in
quasto clima di veleni che si inserisce la vicenda del cd anonimo che
accusa gli agenti di essere a loro volta dei picchiatori.
Nella
registrazione audio – catturata con un cellulare – è chiaramente
udibile il colloquio, agitato, tra due persone. Ancora più grave,
sarebbe la contestazione di aver pestato il detenuto dinanzi a un altro
carcerato, dunque testimone dell’accaduto. Ma il comandante afferma che
non c’è stato alcun «massacro». La registrazione è stata recapitata al
quotidiano Il Centro in una busta, a mezzo servizio postale,
con una lettera di accompagnamento in cui l’anonimo si dichiara «un
detenuto stanco delle vessazioni all interno del carcere».
Nella
lettera che accompagna il cd, il sedicente detenuto scrive: «Qui
qualsiasi cosa succede è colpa nostra ma questa volta non finirà così,
è da troppo che sopportiamo, qui quelli maltrattati siamo noi ed anche
in questa occasione abbiamo subito un pestaggio da parte di una
guardia». Ma l’ipotesi più probabile è che, in considerazione del
filtro per la posta in uscita, e del divieto di avere con sé telefoni
cellulari, a registrare il colloquio sia stato in realtà un altro
agente di polizia penitenziaria, in un clima di veleni.
Il ministro di Giustizia ha sospeso dal servizio il responsabile
degli agenti del carcere di Castrogno, Giovanni Luzi
ROMA
– "Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto. Un
detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto…". Queste
parole, registrate all’interno di uno degli uffici degli agenti di
polizia penitenziaria di Teramo, costano la sospensione dal servizio al
comandante della guardie penitenziarie del carcere di Castrogno a
Teramo, Giovanni Luzi. E’ sua una delle voci che si riconosce
nell’audio, un concitato dialogo tra Luzi e un agente. Parole che
adesso chiamano in causa il comandante in un’inchiesta della
magistratura teramana su un presunto pestaggio di un detenuto.
ASCOLTA L’AUDIO
L’inchiesta nasce da un cd, recapitato in forma anonima al quotidiano locale La Città,
in cui qualcuno, sicuramente un agente, ha riversato l’audio catturato
con un telefonino che costituirebbe testimonianza di un pestaggio di un
detenuto. Voce riconosciuta come quella del comandante delle guardie.
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/cronaca/carceri-affollamento/sospeso-comandante/sospeso-comandante.html